giovedì 29 gennaio 2015

La psicografologia per capire chi siamo

di Vito Ferri - "Un individuo è come tutti gli altri, simile a qualcuno e comunque differente da tutti. La scrittura manifesta il tuo modo unico ed irripetibile di essere". E' la summa dell'incontro tenutosi nella consueta cornice di Villa Romanazzi Carducci il 28 gennaio alle ore 20.30. Relatore il dott. Nicola Lamacchia, tra i più noti e stimati grafologi baresi.

Cos'è la a Grafologia? E' la scienza che si occupa dello studio della personalità e viene rilevata dalla scrittura spontanea. Individua dunque attraverso una propria metodologia scientifica ciò che è caratteristico di ciascun individuo, gli specifici aspetti intellettivi, affettivi e somatici, quindi il suo modo di essere, relazionarsi con il prossimo, adattarsi, amare ed esprimere il sé nel corso della propria vita.

Secondo Lamacchia, "L’uomo ritiene di essere un soggetto che agisce razionalmente". Il grande psicoanalista Carl Gustav Jung sostenne invece che è soprattutto composto da irrazionalità. Lo hanno compreso senza ombra di dubbio i pubblicitari e tale paradigma è stato poi scoperto anche nelle più moderne teorie economiche. Sono le emozioni che ci influenzano, molto più che i "pensieri", ed anzi a questi viene ordinato sovente di dare un appoggio razionale a quanto le emozioni predispongono a credere o far fare.

Ogni persona - spiega Lamacchia - costituisce uno "spettacolo" vivente: è unica nella sua gestualità e nel suo modo di essere. La sua personalità è composta da una base temperamentale e da un vissuto che le hanno creato credenze e valori di riferimento che la influenzano. Molto spesso non ci si rende minimamente conto di come e quanto ci influenzi tutto questo.

Esistono poi - aggiunge - una serie di risorse e di forze che si possiedono e che sono "dormienti": attendono l’occasione giusta per manifestarsi o forse un semplice "si" della coscienza. Ma può succedere che una vita trascorra invano, che una persona non sappia "metter fuori" quanto possiede, semplicemente perché pensa di "non avere ciò di cui ha bisogno", in tema di risorse personali. Oppure perché è condizionata da false credenze e limitanti che la portano in un vicolo cieco, senza che lo si realizzi appieno.

Nonostante ciascuno si faccia già un’idea osservando una persona, l’esplorazione della personalità non è certo una cosa ovvia nè scontata.
A cosa serve un’analisi grafologica? Un’analisi grafologica oltre ad essere una vera e propria descrizione della personalità può essere considerata anche come una specie di "punto nave" su noi stessi: il comandante di una nave, infatti, mentre segue la rotta tende a controllare periodicamente se si trova nella posizione prevista o meno, perché potrebbe trovarsi più scostato rispetto alla direzione da seguire: se così fosse ne conseguirebbe una correzione della rotta.

La nostra biografia - osserva Lamacchia - è costituita di esperienze che ci hanno coinvolto emotivamente e che possiamo considerare come piccole o grandi tempeste in cui si è avventurata la nostra barca e che possono averla fatta allontanare dalla rotta ideale: la rotta ideale è così il punto di equilibrio, di armonia con noi stessi e ci permette di avere il massimo rendimento emotivo nella nostra vita.

Assai spesso si guarda all’esterno, agli altri, agli eventi, ma ci scordiamo che parte di quello che accade lo provochiamo noi, con la nostra maniera di essere e di comportarci e, qualche volta, senza realizzarlo minimamente: l’analisi grafologica ha come obbiettivo quello di avviare un piccolo spazio di riflessione su di sé per poter cambiare il nostro mondo.

La personalità - conclude Lamacchia - può senza dubbio essere paragonata ad una ricetta in cui sono presenti tanti ingredienti sapientemente miscelati tra loro. Nella personalità alcuni tratti come una dose di egoismo, di amore per sè, devono essere presenti e devono miscelarsi con altri che prevedono altruismo, apertura ed amore per gli altri, per esempio: lo squilibrio nasce dal fatto che qualcuno di questi tratti é in eccesso e qualche altro in deficit e ciò darà luogo a comportamenti che raggiungono un certo tipo di risultati negativi. Essere consapevoli di ciò che va ridotto e di ciò che va aggiunto è un primo passo verso un cambiamento e costituisce una vera e propria opera di "manutenzione psicologica" utile per noi stessi.

Le numerose domande dei presenti al dott. Lamacchia hanno infine scandito una serata piacevole e mai scontata, che ci ha fatto conoscere meglio una parte di noi troppo spesso trascurata: l'inconscio.