mercoledì 11 febbraio 2015

Storia e misteri di Bari svelati in una sera

di Redazione - Serata dedicata alla millenaria storia di Bari a Villa Romanazzi Carducci. Ospite d'eccezione dell'evento “Storia, arte, tradizioni e curiosità di Bari“ il prof.Nicola Cutino, Presidente dell'Ass. ONLUS Mondo Antico e Tempi Moderni, e tra i massimi esperti delle tradizioni pugliesi e baresi.

La città di Bari fu dapprima un abitato illirico risalente a oltre 3000 anni fa, riportato alla luce degli scavi archeologici e illustrato dal Gervasio (Michele Gervasio, Monteverde di Lucania 1877-Torre a Mare (BA) 1961 «N.d.R.»). Si denominò Bayrìa, nome che significa «costruzione di case», «borgata». Successivamente, si ebbero le forme parallele Barion (messapica) e Barium (latina). Da Barium derivò e s’impose la forma letteraria Bari, con la desinenza del caso locativo latino (come dire: qui a Bari; analogamente, da Ariminum si ebbe Rimini, da Brundusium Brindisi, da Tranum Trani, da Florentia, con desinenza femminile, Firenze).

Alla base del nome Bayrìa è la radice bhau, bhu, costruire, poi ampiamente diffusa nelle lingue indoeuropee, fino all’inglse buil e al tedesco bilden.

I nomi di luogo si richiamano spesso all’ambiente geografico in cui si trovano (alture, valli, laghi, fiumi, piante). Perciò sono da rigettare come astratte e prive di basi scientifiche le altre etimologie proposte per Bari, come quella che la vuole derivata dal gr. barýs grave, pesante o un’altra che collega al greco antico barìs, specie di nave (per la forma della città vecchia, somigliante alla prua di una nave); o la derivazione del caldaico beiruth, castello.

Ma cos'era Bari prima che fosse il centro mercantile che è oggi? Quali i suoi affascinanti segreti? Il capoluogo pugliese non era certo in passato ciò che conosciamo ora, con tutti i suoi pregi e difetti, ma luogo ricco di storia quasi millenaria, documentata da monumenti e pullulato da gente che perpetua usi e costumi e conserva il proprio linguaggio, il dialetto. Questi, - a detta del prof. Cutino - sono i tratti più pregnanti dell’identità della Bari Vecchia. In pratica si tratta di una sorta di microcosmo che conserva numerosi “tesori” della Bari vecchia romanica ed alto medievale.

In particolare, - secondo il prof. Cutino - nel patrimonio della città vecchia un posto di rilievo è ricoperto dalla Basilica di San Nicola, capolavoro del romanico pugliese del XII secolo, e dalla Cattedrale di San Sabino (1170-1178) che nell’attiguo Museo Diocesano conserva alcuni Exultet (codice miniato) databile intorno al 1025. Nel corpo della Cattedrale appare agli occhi meravigliati del visitatore parte della città sotterranea e la sua storia.

Inoltre, all’interno della Città vecchia - prosegue - si snoda un ricchissimo percorso composto da altre 33 chiese minori, tra le quali sono interessanti dal punto di vista architettonico la Chiesa di San Gregorio (XI-XII secolo), la Chiesa della Trinità, la Chiesa di Santa Chiara, la Chiesa di San Giuseppe, la Chiesa di S. Marco dei Veneziani, la Chiesa di Santa Scolastica, la Chiesa di Sant’Anna, la Chiesa dei Gesuiti la Chiesa di Santa Teresa dei Maschi e la Chiesa di San Michele Arcangelo. Si possono visitare anche i sotterranei del Castello, Palazzo Sinni, Palazzo Perrone, il Museo nicolaiano, il Complesso monumentale di S. Scolastica ed i relativi scavi archeologici.

Ha suscitato non poca curiosità, inoltre, l’organizzazione sociale della gente che abitava le stradine e frequentava quelle chiese. Nella Bari vecchia - spiega il prof.Cutino - si distinguevano tre fasce: una marinara, che vive ancora nella zona intorno al Porto, un’altra religiosa, nelle vicinanze della Cattedrale e della Basilica, ed un’altra ancora commerciale e levantina. Questa suddivisione si è mantenuta fino agli anni ’70. Attualmente, invece, la popolazione di Bari vecchia è considerata come un unicum che si contrappone a quella della città nuova.

Alla fine della lectio di Cutino sono state numerose le domande da parte dei soci e degli ospiti presenti e, proprio vista la mole degli argomenti e l'interesse da essi suscitato, il professore ha promesso al presidente Piccolo ed agli astanti una visita primaverile per le strade di Bari con la sua guida d'eccezione.